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Il Conegliano Valdobbiadene Docg per un brindisi perfetto!

Sono innumerevoli le occasioni che richiedono un brindisi, dalle più solenni alle più spensierate e oggi più che mai il Conegliano Valdobbiadene Docg ne è diventato autorevolissimo ministro.

Il termine brindisi, forse non tutti lo sanno, è di origine tedesca e viene dall’espressione “bring dir’s” che significa “io porto a te”, quale omaggio alla dignità dell’ospite e quale promessa di non belligeranza: celebrazione di una condizione di serenità, di amicizia, di riconoscenza, di rispetto…

Una tradizione antichissima.

Il vino, assieme all’olio d’oliva e al pane, è uno dei simboli della cultura mediterranea fin dall’antichità. La fede nelle sue capacità di elevare lo spirito al di là dei propri limiti naturali si sviluppa particolarmente nei culti greco-romani di Dioniso e Bacco.

Innalzare i calici per ingraziarsi in qualche modo la divinità è di grande valenza simbolica: non significa solo chiederne l’indulgenza, ma a un livello più profondo favorisce la comunicazione tra mondo umano e mondo divino. Non a caso il vino nella tradizione giudaico-cristiana è considerato un dono di Dio e, da un punto di vista eucaristico, rappresenta il sangue del Redentore.

Ma il ruolo del “nettare degli dei” è stato da sempre centrale anche nei rituali secolari o più semplicemente conviviali. Erodoto, ad esempio, ci racconta di quanto fosse importante la sua presenza nelle cene dell’antico Egitto, Platone nei simposi ateniesi e Plinio nei banchetti romani. E la sua presenza è testimoniata da scritti e dipinti risalenti al Medio Evo, al Rinascimento fino a giungere ai giorni nostri.

Il brindisi con il botto!

Fino al 1600 circa, le bollicine così come noi le conosciamo oggi non esistevano. La loro “scoperta/invenzione” pare la si debba, per caso, al leggendario Pierre Pérignon, monaco benedettino vissuto in Francia nel XVII secolo, nella zona dello Champagne. Quel che è certo è che lo Champagne da tranquillo che era divenne frizzante.

Il fascino delle bollicine che salgono verso l’alto, il colore particolarissimo, i profumi dovuti alla persistenza sui lieviti, la percezione tattile dell’effervescenza sul palato renderanno lo Champagne il vino più gettonato in tutte le corti d’Europa, nelle dimore signorili e partner ufficiale di tutte le ricorrenze e festività importanti.

Il gesto spettacolare di stappare la bottiglia col botto non fa che aggiungere fascino al fascino. Ed è una via di non ritorno: da allora saranno le bollicine le regine incontrastate di qualsiasi brindisi che si rispetti.

Lo straordinario exploit del Prosecco!

Sovrano incontrastato del Metodo Charmat, il processo di spumantizzazione che anziché in bottiglia avviene in autoclave, il Prosecco da qualche anno a questa parte è diventato la bollicina più venduta al mondo. Un risultato incredibile, inimmaginabile solo una ventina d’anni fa.

Se l’ottimo rapporto qualità-prezzo ha giocato un ruolo sicuramente importante, a nostro avviso, sono le stesse caratteristiche del vino ad aver favorito questo trionfo.

Dovendone scegliere una, non avremmo dubbi: la sua leggerezza. Il Prosecco non è un vino austero, meditativo, cerebrale… è sempre schietto, fresco, allegro. Se lo Champagne esige la cravatta, l’eccellenza del mondo Prosecco, il Conegliano Valdobbiadene Docg, può farne anche a meno. È un vino che fa compagnia, che sa adattarsi a qualsiasi situazione: non teme le ricorrenze importanti, anzi sa assecondarle con grande autorevolezza, ma è allo stesso tempo alla mano, compagno ideale per una bicchierata improvvisata tra amici.

Questa sua favolosa capacità di adattamento, questa sua innata “democraticità”, mantenendo sempre il medesimo profilo qualitativo, lo ha reso il vino ideale per tutte le occasioni in cui ci sia da celebrare qualcosa. In tutto il mondo!

A proposito. Anche se stappare la bottiglia “col botto” è tanto spettacolare, sappiate che il vino ne soffre: liberare in modo così violento la pressione interna altera la persistenza delle bollicine e l’aroma stesso del vino… Cin cin!