Il paesaggio delle nostre colline tra vocazione, identita' ed arte.

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Castello di Conegliano Castello di Conegliano

Il paesaggio delle nostre colline non è solo bellezza ma segno della vocazione rurale della comunità e la sua identità impressa nelle opere d'arte del passato.

Le colline di Conegliano e Valdobbiadene sono il frutto di un cammino evolutivo ed adattativo durato millenni durante i quali le nostre comunità hanno interagito con un territorio fragile e difficile ed in cui la viticoltura ha prevalso nettamente testimoniando così l'attaccamento alla nostra terra e l'alta vocazione alla vita rurale. Di quest'ultima ne abbiamo ancora oggi traccia nelle antiche fortezze, nei vecchi mulini, nelle opere pittoriche, nelle costruzioni rurali ma soprattutto nel lascito delle pratiche eroiche di coltivazione della vite su tratti di colline con pendenze che sfidano la gravità.

Il risultato è stato il modellamento dei luoghi in un paesaggio spettacolare che riflette l'immagine di una vita consacrata al lavoro e alla natura; campi di terra coltivati e bagnati dal sole, antichi boschi rigogliosi, anse scavate dall'acqua secolare, ripidi pendii ricoperti da vigne verdeggianti pronte a regalare vino spumeggiante.

PAESAGGIO CULTURALE

È dunque un paesaggio culturale che non si limita solo agli elementi naturali di cui si compone ma comprende tutti i segni tangibili dell'ingegnosità e laboriosità di piccoli e piccolissimi nuclei famigliari che partendo da condizioni di povertà hanno saputo adattarsi e creare un modello di riscatto sociale e successo economico riconosciuto in tutto il mondo.

A questo paesaggio culturale è stato riconosciuto spazio e valore fin dall'antichità culminando oggi nella nomina a Patrimonio dell'Umanità per l'Unesco. Emblematici ed emozionanti restano tuttavia gli omaggi che vengono dal passato ed in particolare dalla pittura rinascimentale. Bellini, Giorgione, Cima da Conegliano sono soltanto alcuni dei grandi maestri che con la loro arte hanno saputo catturare la bellezza e l'essenza dello spazio dei nostri luoghi con tutte le sue impalpabili sottigliezze, la morbidezza della luce, la freschezza dei colori, la presenza atmosferica del paesaggio delle nostre colline. Nelle loro immortali opere il paesaggio diventa simbolico e riconoscibile, particolare ed universale. I loro dipinti sono fotografie del tempo in cui il paesaggio è un protagonista da sentire e da vivere più che una sommatoria di elementi da descrivere ed inventariare.

GIOVANNI BATTISTA CIMA DA CONEGLIANO

Giovanni Battista Cima da Conegliano è stato il maestro che meglio ha saputo descrivere la vitale bellezza dei nostri luoghi.

Fu l'artista del paesaggio, nato nella città di Conegliano nel 1459, visse lungamente a Venezia senza mai abbandonare realmente la sua città natale. Siamo orgogliosamente eredi della sua arte che parla il linguaggio di un uomo che volle esprimere un senso della vita equilibrato e sereno, descritta con compostezza e serenità, pacatezza e grazia, bellezza luminosa ed incanto quasi infantile. Tutto questo per Giovanni Battista Cima è riflesso nel dolce paesaggio delle nostre colline, instancabilmente ritratto negli sfondi dei suoi dipinti, amato con fedeltà meticolosa nelle linee, nei casali, nei borghi, nei corsi d'acqua, negli alberi, nei minuscoli personaggi che lo popolano, attribuendogli sempre tratti di sognata idealità. Una interpretazione ancora oggi perfettamente leggibile che attesta già a quei tempi il significato del paesaggio delle colline per gli uomini che le abitano, la millenaria vocazione rurale, e la sua importanza come fattore identitario.

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